giovedì 6 dicembre 2012

"PAUL KLEE E L’ITALIA" anteprima della visita

« L'arte non riproduce il visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è » 
Paul Klee

Ciao Ragazzi 
fra poco più di dieci giorni incontreremo un'artista geniale del '900 e mi rendo conto che per voi, che avete appena conosciuto i geni del Rinascimento, non è facile fare un salto di "appena" quattro secoli di storia dell'arte! Ma, come l'anno scorso ( vi ricordate?) abbiamo insieme dimostrato che ciò è possibile !!! La mostra che andremo ad ammirare si concentra sull’influenza della cultura e dei paesaggi del nostro paese sul lavoro dell’artista ma per comprenderla al meglio è bene conoscere Klee nella sua completezza. Entrare nell’universo di Klee è un’esperienza indimenticabile: è un modo di avvicinarsi alla storia dell’arte, ma è anche qualcosa di più. È l’occasione di capire quante cose può dirci e darci un’immagine, quante forme  e colori può assumere un pensiero. La curiosità per ogni aspetto del reale, l’impegno in ogni ambito del sapere e la convinzione che l’arte figurativa sia una forma di conoscenza. 
Ebbene, cominciamo subito. 
Chi è Paul Klee?

Fu artista figurativo, ma anche scrittore, filosofo, poeta e violinista di alto livello.  (scrisse i Diari dove sono contenute gran parte delle riflessioni sull'arte e sulla propria produzione, Teoria della forma e della figurazione nel quale sono trasmessi i suoi insegnamenti, Nell'interregno, Concerto a Colori e gli Schizzi Pedagogici oltre alle Poesie) La sua visione del mondo si basa sulla radicale contrapposizione di "spirito" e "corpo", nel suo caso incarnati nel "bene" e nel "male", come scrive lui stesso: "L'uomo è per metà prigioniero, per metà alato; ognuna delle parti in cui è lacerato il suo essere, accorgendosi dell'altra, prende coscienza del proprio tragico dimidiamento". ( chi vi ricorda?)  Klee è una figura fondamentale dell'arte del Novecento, che però non si può considerare appartenente ad un’unica corrente artistica: fu invitato ad esporre con i vari gruppi di avanguardia, - Astrattisti, Dadaisti, Surrealisti – ( vi spiegherò in diretta) ma rimase sempre isolato. Il suo metodo di lavoro non era mai ripetitivo, rifiutò di costruirsi uno stile unico utilizzando sempre nuove tecniche. La sua ricchissima produzione conta circa novemila opere, tra disegni su carta, quadri su tela, su tavola o su tela applicata al legno, acquerelli, incisioni, maschere, marionette,fogli colorati (a olio, a tempera, svariate tecniche miste su juta, cartoncino e carta). Nell’ultima sua produzione subentra uno stato d’animo malinconico e caratterizzato da pesanti linee nere. ( video) Gran parte delle sue opere si trovano nella Fondazione Klee, con sede presso il Kunstmuseum di Berna.
 Nel giugno 2005 è stato aperto a Berna il Zentrum Paul Klee, interamente dedicato all'artista. Esso ospita più di 4000 sue opere, oltre a spazi dedicati a convegni, a laboratori per i giovani, ad una biblioteca, a mostre tematiche. Il Zentrum è stato progettato dall'architetto genovese Renzo Piano e, nel rispetto delle primarie fonti di ispirazioni di Klee, è costruito con un ampio uso di legno ed è caratterizzato dall'onnipresenza della luce naturale.
visita il museo

Indicativamente, un dipinto di Klee può essere valutato per una somma di circa 7.5 milioni di euro! 

La vita, alcune opere e un pò del suo pensiero ( il resto ve lo dirà la guida durante la visita della mostra )

Paul Klee nasce in Svizzera nel 1879 nei pressi di Berna. I genitori erano musicisti, per questo  Klee  sviluppò  una speciale attrazione per l’arte in ogni sua forma e soprattutto una grande sensibilità. Dopo gli studi classici e lunghe esitazioni tra musica, pittura e poesia compie la sua scelta e si trasferisce a Monaco per studiare pittura all’Accademia di Belle Arti . Il suo spirito nordico e la sua formazione romantica lo spingono a viaggiare verso i luoghi della classicità e della grande arte del passato: tra il 1901 e il 1902 l’artista compie un viaggio in Italia dove  visita Roma, Napoli e Firenze .  Durante questo viaggio rimane profondamente colpito dai grandi maestri come Leonardo, Raffaello e Michelangelo, ma si rende conto di non poter proseguire sulla loro strada, di non poter superare i loro risultati. Questo periodo fu povero di risultati creativi ma ricco di pensieri che saranno sviluppati negli anni successivi. Si recò poi a Berna e a Parigi. Dopo il matrimonio con la pianista Lil Stumpf nel 1906 si trasferì a Monaco, allora importante centro di avanguardia, dove ebbe modo di conoscere un altro grande artista,  Wassily Kandinsky, il padre dell'Astrattismo.

Wassily Kandinsky

W. Kandinsky Composizione VI (1913)
 Il quaderno di letteratura tedesca di Klee 
 Sarà proprio Kandiskij a sostenere e incoraggiare il pittore svizzero. Prima dell’incontro con l’artista russo Klee lavorava in solitudine e su opere modeste come caricature, disegni simbolisti o altri piccoli lavori su carta in bianco e nero. È nel 1914 che Klee scopre il colore e comincia ad utilizzarlo in maniera eccellente. In quell’anno infatti recandosi in Tunisia scopre l’intensità emotiva del colore e decide di ispirarsi alla cultura  selvaggia piuttosto che a quella classica. Cominciò ad estrarre il colore dagli oggetti  e a utilizzarlo scavalcando la rigidità della realtà fino a condurlo verso il suo personale astrattismo legato alla natura  e a ciò che si nasconde dietro ad essa. Un mondo nuovo, meno grigio si apre ai suoi occhi.
“Il colore mi possiede. Non ho bisogno di cercare di impossessarmene. Io e il colore siamo una cosa sola. Sono un pittore”
(queste parole sono state trovate nel suo diario , datato 1914, e incarnano perfettamente non solo la visione dell'arte ma anche quella del mondo che aveva Klee)
Paesaggio 1914
Giardino a Tunisi 1919


Le sue composizioni diventano più astratte, mentre il movimento, il gesto si fa più libero. I titoli fanno spesso riferimento a situazioni personali, vissute.
" Io sono un astratto con qualche ricordo"
L'artista quando si recava in terre lontane ( Tunisia , Egitto) portava con sè un taccuino per schizzi e brevi note e degli acquerelli con i quali riproduceva paesaggi dal vero ( più tardi in studio attraverso il ricordo) , cogliendone le atmosfere, i colori naturali, le luci. Egli indagava le sensazioni visive ed emotive che quelle terre gli suscitavano, sintetizzando quei luoghi in pochi segni e in poche macchie di colore luminoso : in tal modo, forme e colori naturali acquisivano nell'opera andamenti regolari, talvolta astratti. 
Spiego meglio. Per Klee l'arte, per quanto astratta, non può essere separata dalla realtà. Al contrario egli si affida al ricordo e lo muta, per mezzo della sua sensibilità, in forme libere. Da un elemento reale, dunque, sorge una forma nuova, anche se in molti casi esso resta  riconoscibile, anche in un solo piccolo dettaglio.
 Il suo interesse è per la pittura intesa come arte primordiale: a questo proposito nel 1912 aveva scritto che nell’arte si può sempre ricominciare da capo, e questo è evidente nelle raccolte etnografiche e nei disegni dei bambini e dei malati di mente. Questo lo porta a sviluppare una poetica molto personale, con una libertà compositiva “elementare”, molto simile al disegno infantile. L'interesse per il disegno artistico dei bambini risale però a molto tempo prima, e per la precisione al 1902, quando si imbatté casualmente in alcuni suoi disegni infantili. Di questo tipo di rappresentazione apprezzava soprattutto la capacità di vedere il mondo con occhi innocenti. Quello di Klee è una sorta di mondo parallelo, continuamente in bilico tra visibile e invisibile, tra astratto e figurativo. In tutta la sua opera cerca di rendere visibile quanto di magico e misterioso è racchiuso nel mondo. Al centro c’è sempre l’uomo, diviso tra materia e spirito.




Mazzarò 1924
















Dal  1931 insegna all’Accademia di Dusseldorf, ma fu allontanato con l’avvento del regime nazista che vedeva la sua arte come degenerata. Klee ritorna nel nostro paese dapprima visitando la Sicilia, nel 1924  (Mazzarò) e nel 1931, poi l’isola d’Elba (Costruzione portuale) nel 1926, Viareggio nel 1930 e, infine, nel 1932 Venezia. Durante questi viaggi visita anche Milano, Genova, Padova, Firenze, Ravenna, Pisa, l’amata Napoli e tutte le principali città siciliane. Ognuna di queste tappe gli ispira nuovi spunti di studio e in alcuni casi anche svolte stilistiche, come la fase pointilliste suggeritagli dalla visione dei mosaici bizantini di Ravenna (Croci e colonne, 1931) o quella futurista ( Infine lasciò  la Germania per trasferirsi nuovamente nella sua città natale dove continuò a dipingere, nonostante i gravissimi problemi di salute dovuti ad una sclerodermia progressiva. 
Morì nel 1940 nella cittadina di Muralto, vicino a Locarno.

Croci e colonne 1931

Astratto-guerresco, 1914 e
 Composizione urbana con finestre gialle, 1919


Ad Parnassum 1932




















C’è una lezione di Klee che spiega molto chiaramente il suo modo di intendere la

 pittura. Per raccontare il modo in cui l’artista trae ispirazione dalla realtà, senza 

 farne una copia, Klee usa la metafora dell’albero, spiegando più o meno così: 

paragoniamo le radici di un albero alla natura, alla realtà visibile; l’artista è il tronco, 

l’opera è il fogliame. L’artista riceve la sua linfa ( il suo nutrimento, la sua ispirazione ) 

dalla visione della natura e della realtà.

 Ma questa visione, quando si riproduce nell’opera, non è una copia della realtà

 stessa. Le foglie non assomigliano alle radici. È uno sviluppo  ulteriore di ciò che 

l’artista ha visto, e rappresenta la sua visione personale, unica e irripetibile, diversa da

 tutte le altre



“L’arte è una similitudine della creazione. Essa è sempre

 un esempio, come il terrestre è un esempio cosmico.”




Prof

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